Mio piccolo Lodo, ti scrivo questa lettera sapendo che non potrai mai leggerla perché un orribile articolo della Costituzione plutocattogiudocomunista non ti ha voluto far nascere, ma sono certo che lassù dove sei, nei Campi Elisi degli obbrobri giuridici, queste parole potranno ugualmente raggiungerti per dirti quanto ti ho amato.
Tutto era pronto per accoglierti nella nostra casa di via Dell’Impunità, la cameretta nuova con i i regali fatti da chi già ti voleva bene: la cullona di zio Putin, il cavalluccio di legno siculo di compare Manghy, la tendina canadeselibicobeduina dello zio Muammar, il manganellino Chicco dello zio Ignazio, Big Jim avvocato del Premier, Barbie Escort e il peluche di Lodo Gigio.
Anche la pappa era pronta: latte fresco Padano in eccesso alle quote assegnate, i Plasmon all’olio di ricino (per i tuoi amichetti birbanti!) di zio Gaspy....
Quanta fiducia avevo riposto in te, e così anche i miei amici in Parlamento, ai quali spesso mi capita di doverla chiedere! Ti avrei visto muovere i primi passi, ti avrei raccontato le favole dei miei sondaggi di gradimento, ti avrei accompagnato a giocare negli plendidi parco dell’ultima “New Town” costruita
Ti avrei visto tirare i primi calci al pallone in un derby con l’Inter, ti avrei fatto il bagnetto alle sorgenti del Po o nelle acque private della Costa Smeralda. Per carnevale ti avrei mascherato con i fondineri di Zorro , mentre l’amico Bertol avrebbe sistemato ogni giorno la tua camera ridotta certamente a un disastro! Saresti cresciuto in fretta e presto, anzi prestissimo, mi avresti raggiunto e superato in altezza e poi, come tra vecchi compagni di giochi, mi avresti confidato le tue prime esperienze da “utilizzatore finale”.
Ma questo non potrà più accadere. Addio piccolo lodo
Il vostro PiccoloDrago
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