E bravo
Beppe!
Terrorizzato dalla possibilità di essere
sorpassato elettoralmente a destra da
Salvini (l'ultimo nobile paladino dell'identità italicocristiana) scende sullo
stesso piano dialettico demagogico del padano e lo surclassa. Per farlo,
si affida ai potenti mezzi del suo Blog,
dove, per evidente vigliaccheria, non esprime in prima persona il suo pensiero
ma lo affida in forma di dialogo a due personaggi di fantasia: un
"razzista" e un "non so" (ometto di linkare per non
generare traffico ma chi vuole verificare può farlo). Il "razzista, è
ovvio (ma temo non lo sia per tutti i lettori) per Beppe non è un razzista in
senso letterale, ma è chi, come lui, predica il blocco degli sbarchi alludendo
a motivazioni (a suo dire) concrete e oggettive e per questo è ingiustamente
accusato di razzismo. Il post si
conclude con il "razzista" che rispondendo agli insulti del "non
so" gli dice: " Ma cosa ho detto di così irragionevole?" . E
qui immagino gli applausi a
scena aperta dei frequentatori del Blog , le
riflessioni del tipo " è proprio vero, è così".
Bene, cominciamo. Il
primo argomento a effetto usato dal “razzista” (che abbiamo appurato rappresentare
il pavido Beppe) parla di a 1.050 € al mese dedicati ai migranti e li contrappone “scandalosamente” ai soli 500 €
della pensione minima percepita invece dalla mamma del presunto “razzista”. Vergognaaaaaa,
pensa il lettore indignato, ignorando che al brutto (sporco e cattivo) immigrato vanno
appena 2,50 € al giorno mentre il resto della somma va a chi si aggiudica la
gara d’appalto per l’assistenza, appalto FINANZIATO DALLA L’UE, cioè dall’Europa.
Non dimentichiamoci inoltre che questo accade nella migliore dell’ipotesi perché, come la
recente cronaca ha dimostrato, spesso ai migranti non arriva un cazzo di niente perché il
denaro finisce esclusivamente nelle tasche di ITALIANISSIMI sfruttatori. La
pensione della povera mamma invece la paga lo stato italiano, se è bassa non è certo
per colpa dei migranti. Sorvolo sul secondo argomento portato dal “razzista”, cioè
quello del miliardocentomilioni di africani che non troverebbero posto in
Italia (ma dai ?) perché è talmente di
basso livello che scriverne per confutarne il contenuto sarebbe offensivo per me che ne scrivo
e maggiormente per chi ha la pazienza di leggermi. A questo punto il nostro Beppe (lo pseudo
“razzista” del dialogo,ndr) sublima la sua opera di salvinizzazione con affermando: ” Si preoccupano dell'Isis quando potremmo
avere decine di affiliati all'Isis al giorno in più dovuti agli sbarchi di cui
nessuno sa nulla. Nessuno controlla”. Ovviamente non c’è riscontro oggettivo
a quest’ipotesi di infiltrazione, al massimo si sono registrate considerazioni
in merito da parte di politici nostrani o mediorientali, ma questo, al lettore del
blog, non importa, la cosa “suona bene” quindi la metabolizza se ne appropria e
la fa sua. E come in un crescendo wagneriano il nostro Beppe arriva ad invocare
l’ingresso nel nostro paese soltanto a chi possiede “ due requisiti: una professionalità e la conoscenza della lingua
italiane” ma prima ancora la conditio sine qua non è che gli stessi superino
“ una visita medica accurata per
verificare se sono portatori di malattie e, in questo caso, curarli, sia per
loro che per evitare che malattie scomparse da decenni ricompaiano, come la
scabbia, la malaria o la tbc” . Che dire,
la malaria, lo sanno tutti, è una malattia contagiosissima, la scabbia
miete decine di vittime ogni giorno e i malati di tbc affollano gli ospedali, i
nostri ospedali …
Meglio fermarsi qui, siamo liberi di ridere o di
identificarci nel Beppe pensiero, io nel frattempo provo ad immaginare un
punto di ingresso sulle spiaggia di Lampedusa (o in Libia dove Gheddafi i
migranti prima li derubava poi li ammazzava o nella migliore delle ipotesi li
internava nei campi di concentramento) dove ci si presenta mostrando il Curriculum, il certificato di sana e robusta
costituzione fisica, una bella tesina di italiano su Pascoli e, perché no, un attestato
del C.E.P.U.
Ps: lo so, i più attenti staranno pensando che un
terrorista dell’Isis è realmente sbarcato in Italia, ma, al momento, l’unica
certezza che abbiamo è che il giorno dell’attentato di Tunisi, reato per il
quale è indagato, stava in Italia, precisamente a scuola a imparare l’italiano
( che io stesso non padroneggio) . Proprio come dice Beppe
Il vostro PiccoloDrago
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