Desideravo
incontrarlo da tempo, non tanto per placare la mia (a dire il vero
scarsa) sete di spiritualità, ma fondamelntalmente per sapere
direttamente da Lui, senza filtri né intermediari "terreni",
cosa ne pensasse veramente di quel paio di miliardi di esseri umani
che attualmente si professano suoi devoti seguaci. Dopo varie ricerche e non
poche difficoltà di carattere mistico organizzativo, sono riuscito a rintracciarlo mentre passeggiava in una piazza della
periferia sud di Roma (città dove vive da anni in completo
anonimato) e lì sono riuscito a convincerlo a rilasciarmi
l'intervista che vi riporto di seguito.
-
Buongiorno, mi chiamo Piccolo Drago, prima di cominciare volevo
chiederle: Lei come preferisce essere chiamato ?
+
A Piccolo, non famo cerimonie, damme del tu, così se capimo meglio,
io so' uno abituato a sta' in mezzo alla gente, chiamame come te pare
tanto m' hanno già chiamato in tanti di quei modi che ormài non me
ce raccapezzo più: Nazareno, Illuminato, Figlio dell'Uomo, Iesus,
Cristòs, Giosuè, Salvatore...
-
Ecco, Salvatore mi piace, lo preferisco. Allora Salvatore,
cominciamo: cosa ci fai qui a Roma ?
+
Come che ci faccio, Roma è la Città Eterna, qui er commercialista de
mi Padre c'ha messo la Santa Sede legale e qui conservo molti beni di
famiglia. Qui ce sta l'Alfa e l' Omega, la "Suburra" di
Stefano Sollima e la "Grande bellezza" di Paolo Sorrentino.
Insomma, a Roma me sento proprio come a casa mia e poi, come dico
sempre, "nessun profeta è ben accetto in patria"
(Luca,4- 44)
-
Bene Salvatore, allora iniziamo l'intervista partendo dall'attualità: cosa ne
pensi del fenomeno immigrazione ?
+
E che te devo di'a Piccolo, pensavo de esse' stato chiaro un po' de anni fa
quando dissi "Si devono soccorrere i deboli perchè vi è più
gioia nel dare che ricevere (Atti, 20-35), ma non me pare proprio che
abbiano capito, anzi...
- Capisco la delusione, però considera che molti italiani si dicono stufi di
questi immigrati perché a loro dire non c'è posto per accoglierli
tutti
+
E che non lo so ? Ieri stavo al supermercato a compra' un po' de pane
e 'na boccia de vino che me servivano per il lavoro, quando alle mie spalle ho sentito
du' signore che si lamentavano di certi "negri invasori che
stavano rubando il lavoro ai loro figli". Dicevano che non se ne poteva
più, che quest'estate se li so' ritrovati pure in Sardegna e che
addirittura 'na amica loro era arrivata in ritardo a un party de
Saint Tropez per colpa del traffico a Ventimiglia provocato da
alcuni caciaroni accampati sugli scogli ! Me le so' guardate bene,
ero incuriosito, a vederle sembravano proprio du' brave persone, appeso al collo c'avevano pure quello strano ciondolo incrociato che me mette i
brividi ogni volta che lo vedo !
-
Si Salvatore, ma probabilmente quelle due "brave" signore con
il ciondolo incrociato si riferivano a quei disperati che affrontano
il mare alla ricerca di un futuro migliore, che poi, a dirla tutta, si
accontenterebbero anche solo di un “futuro”, senza altri aggettvi migliorativi di sorta ...
+
Capisco quello che vuoi di', ne parlai tempo fa con Matteo e con
altri tre amici suoi, Giovanni Luca e Marco, pensa che je feci pure
'na proposta di lavoro rivoluzionaria, altro che jobacts, roba che avrebbe precorso i
tempi a venire de qualche secolo: "seguitemi, vi farò pescatori
di uomini" (Matteo,4 18-22). A draghe', non ce crederai, ma quelli invece de diventa' pescatori
se misero a fa' tutti e quattro gli scrittori e da quel giorno
non li ho più sentiti. Dopo qualche anno ho saputo che litigarono e se divisero,
accuse di plagio pare, si accusarono di ave' copiato l'uno
dall'altro, roba sinottica o qualcosa de simile, mica c'ho capito tanto, comunque poi non lo so come andò a fini'
-
Ma allora, Salvatore, perdonami (che poi sarebbe pure il mestiere
tuo, ndr) te che sei un uomo di mondo, di questo mondo e (dicono) di
quell'altro, ancora non mi hai spiegato perché la maggior parte
degli italiani, molti dei quali con il ciondolo incrociato appeso al
collo, non sopportano gli immigrati
+
E basta co' sto' ciondolo, t' ho già detto che me mette i brividi, me
fa pensa' a qualcosa de brutto che nemmenio me voglio ricorda',
vicende giudiziarie annate male. Comunque, tornando a noi, a me lo chiedi il perché ? Non sono stato
forse io quello che ha detto "Se il mondo vi odia sappiate che
prima di voi ha odiato me" (Giovanni,15 18-21) o forse parlavo
ar muro quando affermavo "dobbiamo amarci gli uni con gli altri"
(Giovanni,4 7-13) ?
-
Fermati un attimo Salvatore, stai calmo e non arrabbiarti che quando
perdi la pazienza diventi un'ira di Dio, mi stai forse dicendo che
molti di quelli che si professano tuoi seguaci ed usano il tuo nome
per esprimere la propria fede stanno invece tradendo i tuoi
insegnamenti ?
+
Guarda draghetto mio, non voglio passa' pe' uno "vissuto" che poi me dicono che so' noioso,
ma de cose nella vita ne ho viste e soprattutto fatte tante: ho fatto
cammina' gli storpi, ridato la vista ai ciechi, fatto riparla' i
muti e guarito i lebbrosi, considera che a un comizio ho sfamato migliaia de persone
co' du sfilatini e du' sardine ! 'Na volta ho fatto 'mbriaca' con l'acqua decine
di invitati al matrimonio de 'n'amica de mi madre, e addirittura un giorno che ce stava lo sciopero dei traghetti so' pure andato a piedi
camminando sull'acqua ... e me fermo qua. Una cosa sola invece non so' mai
riuscito a fa' e ormai posso di' che me so' arreso: rendere meno ipocriti gli
esseri umani...
-
Vabbene Salvatore, ma ci sarà pure qualcosa tra i tuoi insegnamenti
che i fedeli avranno imparato e poi applicato alla lettera ?
+
Mah, purtroppo l'unica volta che lo hanno fatto hanno frainteso
quello che volevo di'
-
Puoi essere più preciso Salvatore ?
+
Ma no, niente, manco me piace ricordarlo, ero giovane e pure un po'
avventato, me scappò 'na frase infelice, dissi: "il servo che,
conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito
secondo la sua volontà, riceverà molte percosse (Luca,12 39-48) ".
Considera che 'sta stronzata quel magnaregazzini de Marx ancora me la rinfaccia ...
-
Non capisco !
+
Mo me so' stufato, ma che cazzo c'è da capire, che cosa non ti è chiaro delle violenze
subite dai manifestanti al G8 di Genova, degli schizzi di sangue
sulle pareti della Diaz, delle torture subite da gente inerme nella
caserma di Bolzaneto, cosa ti sfugge delle teste spaccate degli
operai, delle morti silenti dei braccianti, cosa non capisci delle
vite stroncate precipitate nel vuoto di un cantiere senza regole.
Cosa devo spiegarti di chi è inchiodato 14 ore al giorno a una
macchina da cucire messa nell'oscurità di un sottoscala dove poi
devi passare anche la notte ? Cosa cazzo c'è di incomprensibile in
una fabbrica che ti riempie i polmoni di merda e gli occhi di pianto,
cosa non comprendi di un disoccupato senza prospettive e senza
futuro, cosa non capisci del sangue bruciato delle vittime di tutte le mafie, cosa non
c.....
-
No no scusa Salvatore aspet....
+ Ma che cazzo vuoi aspetta', ma quali scuse, dovreste e dovremmo chiedere scusa a tutti quelli che
si sono ribellati ai propri aguzzini pagando con la propria vita,
quelli che come Peppino Impastato che hanno strillato in faccia ai boss
mafiosi "SIETE DELLE MERDE", dovreste e dovremmo tutti
chiedere scusa a Patrizia Moretti, madre di di Federico Aldrovandi,
e poi ad Ilaria, sorella di Stefano Cucchi. Dovreste e dovremmo chiedere scusa a Lucia, sorella di
Giuseppe Uva e a tutti quegli
uomini e a tutte quelle donne vittime della brutalità di uno Stato
canaglia che invece di proteggere i propri cittadini permette ai suoi
tutori dell'ordine di trasformarsi in boia con licenza di uccidere troppo spesso coperti da una vergognosa impunità.
Dovreste e dovremmo chiedere scusa a tutti quei disperati che sognano
un briciolo del vostro superfluo, dei vostri avanzi, dovreste e dovremmo chiedere scusa a tutti quelli che subiscono in silenzio la violenza fisica morale ed economica di
un "padrone" che li prende per fame li ricatta e li assoggetta alla sua volontà. Dovreste e dovremmo chiedere scusa a tutte quelle persone che quotidianamente rendono eroica la propria apparente banale normalità. A loro dovreste e dovremmo umilmente
chiedere scusa
Salvatore
si gira e se ne va senza nemmeno degnarmi di un saluto. Pazienza,
ormai anche per me è arrivata l'ora di andare via. Mi incammino malinconico verso la
macchina con le parole di Salvatore che mi girano per la testa quando,
girato l'angolo della chiesa monumentale che domina la piazza, mi
ritrovo davanti, improvvisamente proprio Lui, Salvatore, che frettolosamente stava tornando indietro con passo svelto e risoluto! Restiamo per qualche secondo a guardarci negli occhi, faccia a faccia, la strada vuota, né macchine né passanti, nessun rumore di fondo, una realtà filtrata, come se qualcuno avesse azzerato la manopola del volume durante la visione di un film dove io e Salvatore eravamo gli unici protagonisti. Mi sorprendo a guardarlo
con malcelato imbarazzo e, lo ammetto, un pizzico di ingiustificato
timore, il suo sguardo tradisce dolore e rassegnazione senza comunque togliere nulla al suo carisma e alla sua spontanea autorevolezza. Mi porge la mano e con fare cordiale ma deciso mi
dice: no, Piccolo Drago, te non sei certamente migliore di quelli che critichi e che in molti casi
disprezzi. No, perché è vero che "chi è senza peccato scagli la prima pietra",
poi giuro la smetto qui con le autocitazioni, ma almeno hai il pudore di
non appenderti al collo quel simbolo incrociato che tanto mi ha fatto
soffrire e che continua a farlo per colpa di troppe persone che
indegnamente continuano a portarlo senza avere il coraggio di sopportarne il peso e di rispettarne il significato. Se l'avessi saputo prima...
Nemmeno
il tempo di capire cosa stesse accadendo ed ero rimasto solo...
Il
vostro PiccoloDrago
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